Gli Organi che compongono l'UPI Veneto

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Si sono svolti oggi, nella sede della Provincia di Treviso, il Consiglio Direttivo e l'Assemblea dell'Unione Province del Veneto: all'ordine del giorno, la relazione del presidente UPI Veneto, Stefano Marcon, l'approvazione del Conto Consuntivo riferito all'esercizio 2022, che si chiude in pareggio, e del Bilancio di Previsione 2023. Entrambi sono stati approvati all'unanimità dai presidenti delle Province e dai delegati: presenti, oltre al presidente Marcon, il vicepresidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, il vicepresidente della Provincia di Padova, Daniele Canella, il presidente della Provincia di Rovigo, Enrico Ferrarese, il consigliere delegato della Città Metropolitana di Venezia, Enrico Gavagnin, insieme al segretario generale della Città Metropolitana, Michele Fratino, il presidente della Provincia di Vicenza, Andrea Nardin, insieme alla vicepresidente della Provincia di Vicenza, Maria Cristina Franco, e Flavio Pasini, presidente della Provincia di Verona. All'inizio dell'Assemblea, tutti i presenti si sono uniti nel cordoglio al lutto nazionale proclamato per la tragica ondata di maltempo che ha devastato la Regione Emilia-Romagna, osservando un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

Nel corso dei due incontri è stato affrontato nuovamente il tema della revisione della legge 56/2014, per definire lo stato di avanzamento dei lavori in Senato, alla Commissione Affari costituzionali, in relazione agli 8 disegni di legge presentati da tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, per ridefinire le funzioni e le risorse delle Province, pesantemente depauperate dopo la riforma Delrio del 2014.

In particolare, sono state condivise le criticità che attualmente gravano sulle Province, a partire dalla riduzione delle entrate: per quanto riguarda le entrate da IPT e RCAuto, che da sole costituiscono oltre la metà delle entrate di Province e Città Metropolitane, si registra una riduzione complessiva, riferita a tutte le Province d'Italia, di 429.801.098 euro, riduzione che, dal 2019 al 2022, per le Province del Veneto ammonta a 47.515.492 euro. Per tentare di sopperire a questa perdita, il Governo con il “Decreto Aiuti” ha stanziato un fondo di 20 milioni di euro, da ripartire proporzionalmente tra tutte le Province e Città Metropolitane del Paese: per quanto riguarda il Veneto, la quota per il 2022 (già ripartita) è pari a 2.608.833 euro, somma che copre solo il 5,5% della riduzione prima citata. Gli altri nodi critici emersi riguardano il prelievo forzoso da parte dello Stato a carico dei bilanci locali, disposto dalla legge di bilancio 2015 che, nonostante l'attuale e complesso scenario socio-economico, determinato dalla crisi del mercato dell'auto, dei rincari energetici e dei costi dei materiali, della guerra, continua a pesare sulle casse provinciali e metropolitane senza tenerne conto: 125 milioni di euro sono stati versati nel 2022, complessivamente, dalle Province venete e dalla Città Metropolitana di Venezia, 124 milioni dovranno essere versati nel 2023 e 123 milioni nel 2024.

Infine, il confronto è stato occasione per rifare il punto sugli elementi di precarietà, da un punto di vista ordinamentale e amministrativo, che oggi continuano a influire sul corretto e puntuale adempimento delle funzioni e dei servizi di cui si occupano le Province: il sistema di elezione del presidente e del consiglio, a oggi di secondo livello, rappresentanti che dunque non vengono eletti direttamente dai cittadini come accadeva prima del 2014, la mancanza di uniformità sulla durata degli organi, 4 anni per i presidenti di Provincia e 2 per i consiglieri e la mancanza di una Giunta, ovvero di un organo esecutivo che affianchi il presidente. A chiudere il cerchio, la riduzione del personale, soprattutto specializzato, necessario per portare avanti efficacemente sul territorio interventi nei settori strategici dell'edilizia scolastica superiori, della viabilità e della tutela ambientale.

“Abbiamo approvato oggi, all'unanimità, il Consuntivo riferito alle attività di UPI nel 2022 e il Bilancio di Previsione per quest'anno – sottolinea il presidente UPI Veneto, Stefano Marcon - ricordo che l'Associazione, che riunisce e rappresenta le Amministrazioni provinciali del Veneto e la Città Metropolitana, ha come obiettivo quello di coordinare l'operato degli Enti associati e di raccogliere le esigenze e le criticità che emergono dalla gestione politica e amministrativa dei propri territori, per presentarli così al Parlamento, al Governo, agli organi regionali e centrali dello Stato. Proprio per questi motivi, il Consiglio e l'Assemblea di oggi, con tutti i presidenti e i delegati delle Province venete e della Città Metropolitana, sono stati necessari per rifare il punto sulle criticità che dobbiamo continuare a fronteggiare a causa della mancanza, a oggi, di una legge che definisca il ritorno delle Province alle proprie funzioni e risorse originarie, quali istituzioni costitutive della Repubblica con autonomia politica e organizzativa. Nel corso dell'ultimo anno abbiamo avuto proficui e importanti momenti di confronto con il Governo, sia sulla riforma delle Province, con il Ministro Calderoli, al quale abbiamo presentato un documento unificato con le richieste urgenti, sia sul nuovo Codice degli Appalti, con il Ministro Salvini, in quanto le Stazioni Uniche Appaltanti delle Province rappresentano uno strumento fondamentale e di eccellenza a sostegno dei Comuni, e di riverbero sulla comunità, come il “modello SUA” ormai noto della Provincia di Treviso. Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo vissuto e che stiamo tutt'ora attraversando, le Province sono riuscite a rialzarsi per permettere che i cittadini e il territorio non perdessero la qualità dei servizi e degli interventi indispensabili per la sicurezza sul patrimonio scolastico e stradale del territorio, con opere e incentivi a sostegno dei Comuni, delle imprese e dalla cittadinanza, e oggi anche con la nuova opzione dei concorsi unici per il personale, aprendo la possibilità a nuovi posti di lavoro. Motivi validi per ribadire a gran voce, che il ritorno delle Province a una riconosciuta dignità istituzionale è quanto mai urgente e necessario, perché abbiamo dimostrato di avere capacità strategica, resiliente e di previsione, a fronte di uno scenario attuale estremamente delicato e critico, ma potremmo davvero rispondere al meglio alle esigenze delle nostre cittadine e dei nostri cittadini solo con una definizione adeguata dei margini di competenza, il ripristino delle funzioni, in sinergia con la Regione, soprattutto per la programmazione dello sviluppo locale e gli investimenti, e le risorse economiche e umane indispensabili per rispondere alle sfide del futuro”.

 

Redattore: Samantha De Bortoli

Pubblicato in Comunicati stampa

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